L’odore addosso

Si narra che Cleopatra facesse immergere le vele delle sue navi nell’essenza pura di rosa di Damasco affinché, al soffio del vento del Nilo, diffondessero al suo passaggio le fragranze che lei amava. Tale odore giunse fino alle strade di Roma schernendo i cittadini dell’invincibile popolo romano che videro il loro abile condottiero Marco Antonio sottomesso all’intrigante charme della “straniera”.

Il profumo esercita da sempre un potere misterioso sull’essere umano (rinvenimenti archeologici nel sito di Luxor ne attestano il suo utilizzo da parte degli Egizi già 5000 anni fa), è uno stimolatore privilegiato dell’olfatto, il più primordiale dei sensi, come dimostra il suo legame con gli anfratti remoti e primitivi della mente.

Per comprendere i meccanismi con i quali si attiva questo potere mi avvalgo del prezioso aiuto di Eva, appassionata ed esperta di profumeria.

 

Che cosa è un profumo? Perché riesce a generare un link così profondo con i sensi, la mente, i sentimenti?  

Un profumo è la rappresentazione più istintiva di tutte le nostre sensazioni.

L’olfatto è il senso che maggiormente lega gli esseri umani alle altre specie animali, quello deputato a fornirci informazioni sull’ambiente circostante. Probabilmente i nostri antenati preistorici avevano un odorato ben più sviluppato del nostro: li avvertiva in caso di pericolo, o della presenza di altri uomini, di cibo o di altri esseri viventi… era un elemento fondamentale per la sopravvivenza.

Nella sfera erotica la percezione dei feromoni è il segnale che indica disponibilità sessuale: per quanto vi possano essere comportamenti poco chiari o fuorvianti, la produzione di feromone è un messaggio certo e inequivocabile.

L’olfatto coinvolge il sistema limbico, che è la parte più arcaica e inconscia del cervello, è ciò che mette in contatto l’uomo con la sua natura animale, che crea un sinolo tra intelligenza e istinto, senza contare che la zona dell’encefalo interessata ha una potentissima risposta edonistica agli stimoli; si potrebbe quasi dire che il profumo ha una connessione diretta con il piacere, anzi ne è il linguaggio diretto.

Ovviamente questi stimoli così profondi e istintivi fanno sì che grazie a un profumo le nostre sensazioni, i nostri ricordi e sentimenti si fissino nella corteccia prefrontale indelebilmente, e tale odore sarà sempre, in ogni momento anche inaspettato, capace di richiamare alla mente tutto un turbinio di emozioni e ricordi travolgenti e vividi.

Quali sono le caratteristiche che rendono un essere umano più o meno soggetto al potere attrattivo/ripugnante di un profumo?

Innanzitutto ci sono quelle fisiologiche, purtroppo nel corso dei millenni, l’uomo ha perso molte delle sue capacità olfattive, non è più in grado di distinguere gli odori come un tempo, alcuni soggetti hanno una sensibilità veramente limitata e ne percepiranno solo una certa quantità e qualità, come una sorta di anosmia evolutiva, queste persone saranno attratte solo da odori particolarmente forti e poco complessi, non per niente la profumeria moderna purtroppo si sta evolvendo in questo senso. Essi non sapranno apprezzare piccole sfumature e molto probabilmente proveranno poco interesse o repulsione per profumi con alto numero di molecole olfattive e impatto immediato più basso.

museo aboca
museo aboca

In secondo luogo saranno le esperienze personali ed eventuali sensazioni e ricordi a far sì che un profumo possa essere amato o detestato. Ci sono anche situazioni di esperienza collettiva, tipo quella per la morte, per le malattie o molto più semplicemente odori di cibo avariato o rifiuti vari compresi quelli fisiologici, a rendere alcuni odori disgustosi, in questo caso ovviamente è un sistema di allarme più che naturale a renderci inviso un odore.

 

Esiste il profumo più vero di una persona, quello della propria pelle. Non pensi che sia un peccato “sovrastrutturarlo” con un prodotto esogeno?

Indubbiamente una domanda molto interessante!

Sì è vero l‘odore personale è fondamentale, è istintivo, potente, ma l’essere umano non è semplicemente la sua natura animale, e il profumo deve appunto intervenire a raccontare tutto quello che non è percepibile dall’odore naturale: esperienze, passioni, temperamento, è l’immagine di noi nella nostra complessità e completezza, può esprime una situazione incidentale del momento in cui s’indossa, fino all’intera descrizione della nostra esistenza.

 

Quali informazioni possiamo cogliere di una persona in base al profumo che indossa?

Vorrei poter dire che ogni persona decida di indossare il SUO profumo, quello che narra della sua vera natura, in realtà l’esperienza m’insegna che tranne poche meravigliose eccezioni, si tenda invece a dirigere la propria scelta verso ciò che rappresenta quello che vorremmo essere.

Sarà più facile quindi trarre informazioni su cosa una persona vorrebbe si dicesse di lei, piuttosto che su come sia realmente; in questi casi però a un occhio attento sarà facile distinguere una certa dicotomia tra soggetto e profumo che resteranno slegati e dissonanti.

 

Le fragranze vengono suddivise in: femminili, maschili, unisex. Quanto questa generalizzazione è “commerciale” e quanto atavica?

Forse molto più atavica di quello che può sembrare a un primo impatto, odore della pelle maschile e femminile sono ben diversi: quello maschile è più aspro, muschiato, secco, naturalmente a causa della produzione ormonale, quindi è chiaro che se si deve esaltare questa caratteristica, si tenderà a creare profumi più asciutti per uomini e più dolci e delicati per donne. Oltretutto persino l’organo genitale femminile ha delle sfumature fiorite, spesso viene accostato al profilo olfattivo del gelsomino, quello vero, indolico un po’ piacevolmente “sporco”. Lo sapeva bene il Pascoli che scrisse “Il gelsomino notturno” paragonando il fiore alla vulva:

“…è l’alba: si chiudono i petali

un poco gualciti; si cova,

dentro l’urna molle e segreta,

non so che felicità nuova.”

 

Esistono mode legate ai profumi, secondo te quali sono gli aspetti storici e sociali che incidono sui gusti delle persone in fatto di profumi?

Il contesto storico per valutare il successo di un profumo è essenziale, ogni epoca ha il suo ideale, di bellezza, di fine ultimo da perseguire, di valori a cui votare i propri sforzi, persino di ideali politici. Tutto. Ogni più piccolo aspetto della vita in cui siamo immersi, può dirigere il gusto verso la scelta di un profumo piuttosto che di un altro.

Partendo dal presupposto che ho già menzionato (che tendenzialmente un profumo descrive, più che la realtà, l’immaginario perfetto) il fattore principale sarà probabilmente il gusto estetico del momento, ma un profumo è fatto di più sfaccettature su svariati livelli quindi seguirà ogni desiderio recondito, anche inespresso dell’epoca in cui è sviluppato.

 

Qual è la richiesta più strana che ti è stata fatta da un cliente?

Ne ho continuamente, con il fatto che produco anche profumi su misura, plasmati sulla personalità di chi li richiede, spesso i clienti si sentono autorizzati a domandarmi veramente le cose più assurde.

Una su tutte forse è stata quando mi hanno chiesto il profumo della morte. Piuttosto che formulare qualcosa che sapesse di putrefatto, ossia percorrere la strada più semplice, ho provato a descrivere l’esatto momento in cui la vita lascia il corpo; affinché fosse una sensazione forte ho descritto una morte violenta, che richiamasse immediatamente il sangue e il dipanarsi del profumo, di ogni secrezione umana che viene rilasciata morendo, fino alle lacrime salate come un ultimo disperato tributo alla vita.

museo aboca
museo aboca

Ovviamente disgustoso, e non solo, potrei dire inquietante, angosciante. Sebbene chi lo abbia annusato, non abbia immediatamente percepito il suo significato, tutti hanno riferito un senso di angoscia profonda. Direi esperimento riuscito!

 

 

 

 

 

Le immagini utilizzate in questo articolo sono state scattate all’Aboca Museum, il museo della storia delle erbe medicinali, di Sansepolcro.

Author: MelaniaMieli

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